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All'estremo oriente dell'isola di Sicilia, ad una latitudine piu' bassa di quella di Tunisi, l'oasi faunistica di Vendicari rappresenta una delle aree protette piu' interessanti della Sicilia.
La tonnara nella riserva naturale di Vendicari (SR)
La sua dislocazione geografica la rende un porto d'attracco per tutte quelle specie di uccelli migratori che dall'Europa centrosettentrionale vanno a svernare alle latitudini piu' basse.
Vendicari costituisce pertanto una formidabile "piazzola di sosta" in cui poter ammirare animali altrimenti difficilmente visibili.
Costituita da una serie di pantani a ridosso del mare la Riserva naturale ospita inoltre tutte quelle specie animali e vegetali in grado di adattarsi alle elevate condizioni di salinita' cui e' soggetta l'area.
Alimentati infatti in minima parte dalle acque meteoriche e principalmente dalle acque del mare che si infiltrano nel sottosuolo, gli stagni di Vendicari hanno accumulato, nel corso della loro storia, un elevata quantita' di sali, tanto da essere sfruttati, in passato, come vere e proprie saline.
Lo sfruttamento delle miniere di salgemma siciliane e i tragici eventi legati all'alluvione del 1951 hanno causato l'abbandono di questa attivita', di cui rimane ancora qualche traccia al Pantano Grande.
La posizione strategica di Vendicari rende questa zona di estremo interesse per tutti gli amanti degli animali e, soprattutto, per tutti coloro che amano fare del birdwatching.
Sebbene non ci si debba aspettare di trovare un vero zoo all'aperto se, muniti di molta pazienza e di un poco di buona fortuna, ci si reca a Vendicari, sara' possibile osservare, in funzione anche del periodo dell'anno, alcuni uccelli non proprio......comuni.
Durante il periodo autunnale si potranno vedere i grossi trampolieri.
Quando gli stagni, conseguentemente alla stagione asciutta, sono pressoche' aridi non sara' difficile scorgerne all'interno delle piccole statue quasi immobili.
Aironi cenerini, Spatole, Garzette e, piu' raramente, Cicogne e Fenicotteri popolano allegramente (si fa per dire) l'oasi faunistica siracusana, mentre, un poco piu' vivaci, i piccoli trampolieri quali Fratini (riconoscibili dal caratteristico anello aperto bruno attorno al collo), Pettegole, Pantane, Piovanelli e Gambecchi si muovono ininterrottamente tra le acque basse e fangose.
In inverno, da Novembre a Marzo, quando le acque dei pantani sono piu' abbondanti, si potranno incontrare numerose Anatre e Folaghe nonche' molti comuni Gabbiani e qualche Cormorano.
Il periodo primaverile e' invece quello che puo' portare grosse delusioni o fantastiche sorprese.
In funzione infatti delle diverse condizioni meteorologiche si possono osservare grossi stormi di uccelli di ritorno dall'Africa, in sosta (ahime', breve) di ristorazione.
Il forte richiamo verso i piu' freddi luoghi di nidificazione inducono infatti gli uccelli migratori a fare brevi soste durante i loro lunghi, interminabili viaggi. Si ritroveranno pertanto molti di quegli uccelli visti durante l'autunno nonche' Mignattai, Marzaiole e Falchi di palude.
Uno dei pochi uccelli che nidifica a Vendicari e' il cavaliere d'Italia, un elegante uccello bianco e nero con lunghe zampe rosse.
Quando gli stagni si asciugano nuovamente, durante il periodo estivo, la quasi totale assenza di uccelli migratori induce i visitatori a fare piu' attenzione alle altre specie faunistiche.
A parte qualche Airone , sempre presente anche durante le calde stagioni, i pantani sono popolati da tutte quelle specie animali che riescono ad adattarsi alle estreme condizioni di vita dettate dalle alte salinita' delle acque e dei terreni.
Anfibi, rettili, invertebrati, insetti e mammiferi in grande numero testimoniano come questa zona sia ben protetta e tutelata, tanto da favorire il libero sviluppo di moltissimi animali allo stato selvaggio.
Si incontrano numerose volpi, donnole, conigli selvatici ma anche, sebbene piu' rari, tartarughe , ricci e istrici.
Anche gli insetti sono ben rappresentati e gli invertebrati, a parte che per il loro elevato valore scientifico, sono importantissimi per l'equilibrio dell'ecosistema naturale.
L'elevata salinita' delle acque dei Pantani ha generato la crescita di piante alofite o succulente.
La diversa costituzione del substrato sul quale si sviluppano differenzia inoltre la vegetazione tipica di ambienti rocciosi da quella caratteristica di suoli sabbiosi.
Si vengono pertanto a formare differenti associazioni floristiche.
Se analizziamo l'associazione floristica in un tratto di costa rocciosa incontriamo, procedendo dal mare verso l'entroterra, una zona afitotica di pochi metri (in cui si hanno le oscillazioni delle maree e gli spruzzi dei frangenti piu' grossi) seguita da una fascia alofila rupestre (2 -10 m) in cui predominano i Finocchi di Mare, la Cicoria Spinosa, il Lymonium syracusanum e il Lymonium virgatum.
A seguire incontriamo una striscia a Gariga costituita prevalentemente dall'aromatico Timo e il piu' raro Spinaporci nonche' da molte Palme nane, Spazzaforno, Mandragora e splendide orchidee.
Verso zone piu' interne si passa ad una macchia a Lentisco, Oleastro, Fillirea, Scilla e ancora Palma nana.
Nelle zone caratterizzate da un substrato sabbioso si incontrano, dopo la zona afitotica, una fascia costituita da vegetazione psammofile effimere, quali Cakile maritima, Salsola Kali, Euphorbia peplis, Polygonum maritimum, cui seguono le associazioni psammofile perenni caratterizzate da Agropyrum junceum mediterraneum, Sporobolus arenarius, Eryngium maritimum, Echinophora spinosa, Cyperus kallii, Cutandia maritima, Ammophila arenaria arundinacea, Medicago marina, Larenea resedifolia, Pancratium maritimum.
Andando sempre piu' verso l'interno si incontra la macchia a Ginepro coccolone, una pianta il cui lungo arbusto si sviluppa a contatto con il terreno, nella quale spiccano anche Ephedra fragilis, Pistacia lentiscus, Phyllirea angustifolia, Clematis cirrhosa, rosmarinus officinalis...
Man mano che ci discostiamo dal mare, avvicinandoci quindi sempre piu' ai pantani, troviamo una vegetazione via via piu' igrofila.
Le zone interne dei laghetti, essendo sempre colme di acqua anche nelle stagioni aride, sono ricoperte (in posizione, ovviamente, non visibile poiche' sommerse) da Ruppia maritima, Potamogeton pectinatus, Lamprothamnium papulosum.
Le rive interne dei laghi, essendo invece alimentate da acque dolci, ospitano una vegetazione caratteristica di ambienti salmastri (Scirpi, Carici, Giunchi) e Canne di acqua dolce che fungono da separe' tra la riserva e la pre- riserva.
La parte Sud-Orientale della Sicilia e' caratterizzata da una serie di zone umide di cui Vendicari rappresenta l'area che ha subito minori manomissioni da parte dell'uomo.
Le vaste opere di bonifica di quest'ultimo secolo, se da un lato hanno sicuramente migliorato le condizioni di vita dell'uomo dall'altro hanno violentemente deturpato un patrimonio ambientale di notevole valenza storica e culturale.
Nonostante comunque le condizioni di vita fossero proibitive si trovano tracce del passsaggio umano fin dall'epoca preistorica, cosi' come testimoniano i siti delle grotte di Calafarina e Corruggi.
Successivamente anche i Fenici approdarono sulle coste del Siracusano impiantando cosi' un porto che crebbe d'importanza solo quando anche la vicina Noto comincio' a divenire un importante centro commerciale.
Di eta' piu' recente e' invece la Torre detta Sveva che fu fatta costruire da Pietro d'Aragona (1416-1458) a difesa della zona e che fu successivamente ristrutturata da Giovanni De Vega.
Altrettanto importante, soprattutto per l'economia della regione, fu la costruzione della tonnara, in cui venivano inscatolati i pesci, prevalentemente tonni e sgombri, pescati al largo.
La sua attivita' cesso in seguito ai tragici eventi dell'ultimo conflitto mondiale.
Per via della loro stessa natura i pantani di Vendicari sono stati, per molti anni, adibiti a saline.
Questa fiorente attivita' e' continuata fino al 1951, anno in cui, successivamente all'alluvione che causo' notevoli danni alle strutture, fu praticamente obbligatoria la loro chiusura.
Oltretutto le vicine miniere di Salgemma, presenti in varie zone della Sicilia, garantivano una maggiore resa ad un costo sicuramente inferiore.
Successivamente alla bonifica della regione e quindi alla debellazione della malaria, vaste aree della zona sono state adibite all'agricoltura.
Frequenti appaiono quindi oggi le masserie che successivamente a questo fenomeno vennero innalzate dall'uomo.
Di questi ultimi anni l'istituzione della Riserva. Infatti, successivamente alla legge 84 emanata dalla Regione Siciliana con la quale si consentiva all'Amministrazione Forestale di poter acquisire determinate aree di particolare interesse naturalistico da adibire a zone protette, i pantani di Vendicari furono espropriati ai leggitimi proprietari e furono dati in gestione all'Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana.
Dopo lunghe vicissitudini burocratiche, nel giugno 1989 sono stati avviati i primi interventi atti a realizzare dei comodi sentieri per i visistatori e un corpo tecnico di guide naturalistiche a disposizione di chi, ambientalista per passione, abbia deciso di trascorrere una meravigliosa giornata a Vendicari.
Un fratino alla riserva naturale di Vendicari
Un airone in volo fotografato alla riserva naturale di Vendicari
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